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Ti Racconto Senise
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CONVENTO DEI FRATI MINORI SAN FRANCESCO
Palazzo della Cultura e Legalità "Falcone e Borsellino"

Il complesso Francescano diviso, dalla strada rotabile, dalla Chiesa di Santa Maria degli Angeli, ed ubicato nella parte Sud-Est del paese.
Una iscrizione sopra un vano di porta, oggi murato, a destra dell’androne d’ingresso tramanda la data di fondazione e il nome della fondatrice.

“CAENOBIUM HOC A
 ILLUSTRISSIMA MARGHERITA
 SANSEVERINO A FUNDAMENTIS
 FIERI FECIT ANNIS SUB MILLE
 DUECENTIS SEPTUAGINTA”.

Cristoforo Pepe, nelle “Storia della città di Castrovillari”, narra che Arrigo V, nel 1194 fu obbligato dalla peste a lasciare l’assedio di Napoli e a far ritorno in Germania, lasciando il comando delle armi Sveve ai fratelli Giovanni ed Errico Calà, i quali associatisi al feudatario calabrese, Federico Lancia, mossero contro i Normanni, espugnando Senise, Rotonda, Morano, Cassano e Castrovillari.
 
Se si parla di espugnazione, si presume che il Castello di Senise doveva essere fortificato e difeso, e che doveva in quel tempo essere nella parte inferiore del paese, sul poggetto dov’è quel blocco di antichi fabbricati denominati “San Giovanni”, poi per circa cinque secoli e mezzo adibito come Convento dei Frati Minori Conventuali, successivamente alla donazione di Margherita Chiaromonte Sanseverino ai Frati Francescani, che inizialmente abitarono in alcuni ambienti del Castello, cioè un ampio salone (sala delle armi) e il piano terra sottostante.
 
Quando i Signori passarono nel Castello della “Motta”, costruito nel posto dove oggi lo vediamo, più a Nord in cima al paese, a cavaliere di due valloncelli, i Frati Francescani vi costruirono il Convento dalle fondamenta.
 
Il complesso, anche se nel tempo ha subìto trasformazioni, dall’analisi degli elementi fondamentali esistenti, fu costruito secondo i criteri architettonici della cultura Francescana Lucana, riscontrabili in alcuni conventi rimasti intatti nella nostra Regione.
 
Infatti apprendiamo dal catalogo delle Province, delle Custodie e delle Case dell’ordine Francescano, il “ Provinciale Ordinis Fratum Minorum Vetustissimum”, compilato da autore ignoto intorno al 1343, che erano presenti in Lucania nove conventi: quattro facenti parte
 
della Provincia di Terra di Lavoro (Potenza, Muro, Saponara, Marsico) e cinque facenti parte della Provincia di Puglia (Melfi, Venosa, Matera, Montepeloso, Tricarico).
 
L’ubicazione del convento era generalmente vicina ad una polla d’acqua sotterranea o di un fiume; l’orientamento dei corpi di fabbrica scelto al fine di utilizzare nel migliore dei modi l’arco solare; la chiesa spesso posta sul lato nord-ovest in modo da proteggere il convento dai venti freddi, in ogni caso evitando, specie nelle zone fredde, che il corpo della chiesa, generalmente più alto del resto del convento, creasse vaste zone d’ombra; i due lati esposti maggiormente alla luce erano usati per gli ambienti comuni al piano terra (refettorio, cucine, forestiera) e al piano superiore per le celle dei frati residenti.
 
Gli ambienti comuni più importanti (refettorio, biblioteca, scaldatoio, infermeria), e più umili (officina, foresteria) si aprivano sul chiostro, che non è solo un luogo di passaggio obbligatorio, ma anche spazio di incontro fraterno.
 
Il chiostro infatti assume valore di centro regolatore del ritmo dell’intero complesso e della vita comune dei conviventi, distribuendo i vari settori organicamente intorno ad esso:
 
settore religioso - settore comunità - settore lavoro - settore disimpegni - settore servizi.
 
Il refettorio era ubicato sempre dalla parte opposta della chiesa e si affacciava sul lato maggiore del chiostro stesso ed esso, oltre ad essere il luogo di refezione era luogo di incontro tra i frati, poiché nella tradizione francescana manca la sala capitolare.
 
Le celle, piccole ed anguste, non favoriscono la permanenza del frate, ma sottolineano la funzione di luogo di breve sosta e ricordano lo stato di pellegrino in questo mondo, pronto a comunicare nel dialogo con gli altri.
 
Le celle al piano superiore erano disimpegnate, generalmente, da un corridoio che corre lungo i quattro lati.
 
Nel 1319, sul lato settentrionale del convento, i frati edificarono la chiesa dedicata a Santa Maria degli Angeli.
 
Il complesso monumentale rappresentato dall’ex convento di San Francesco, oltre al valore architettonico, testimonianza dell’importanza della presenza Francescana a Senise, conserva ancora autentiche opere d’arte, degne di una più adeguata valorizzazione nell’ottica di una diversa fruizione e restauro del monumento.
 
Di fondamentale importanza sono nel chiostro al piano terreno, le lunette affrescate rappresentanti alcuni episodi della vita di San Francesco, accompagnati da scritte esplicative.
 
Le lunette, sottolineate da cornici decorative di un attardato gusto rinascimentale, sono illeggibili a causa del pessimo stato di conservazione; infatti, umidità, grosse lacune e incrostazioni deturpano la superficie pittorica.
 
Da quanto si riesce a decifrare, si può dedurre che siano state eseguite da un pittore lucano attivo nei primi decenni del milleseicento.
 
Gli interventi attuati dopo la soppressione napoleonica (1809) hanno trasformato la distribuzione del convento; infatti allorché i frati sloggiarono dal convento, lasciando disponibile l’edificio, vi fu trasferita la sede municipale, occupando però solo tre salette.
 
Gli altri vani rimasero lungamente chiusi, conservando ancora la configurazione degli ambienti monastici.
 
In un’aula del piano superiore fu sistemata la caserma dei carabinieri.
 
Verso i primi anni di questo secolo furono eseguite dei lavori e in particolare, fu fatto ricostruire il muro a sud che era pericolante.
 
In quello stesso periodo, una sala verso ponente fu aggregata ai vani utilizzati dal municipio ed adibita a sala di riunione del Consiglio Comunale.
 
Negli anni successivi sono stati eseguiti altri lavori di ristrutturazione e una parte del convento è stata utilizzata come scuola.
 
Le trasformazioni più radicali e compromettenti, il convento li ha subiti negli anni venti di questo secolo allorché, nel costruire la nuova strada rotabile, il monumento é stato sventrato, isolando la chiesa dal resto del convento.
 
Sono ancora visibili, sul prospetto laterale della chiesa, i segni del preesistente porticato, di cui si è fatto cenno, che fu demolito, appunto, all’epoca della creazione della strada e dello slargo antistante l’ingresso del Convento.
 
San Francesco
Affresco
Particolare Affresco
Affreschi lato dx
Affreschi lato sx
Chiostro
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