CASTELLO DELLA MOTTA
(Palazzo Guerriero e Palazzo dell’opera nazionale per il Mezzogiorno con le suore dell’oratorio)
Costruito probabilmente intorno al 1200 e dimora delle famiglie feudali per molti secoli.
Nel 1823, in seguito alla liquidazione dei beni feudali, il Signore feudale Diego Pignatelli vende i rimanenti beni liberi dai coloni, corpi di proprietà di cui aveva facoltà di disporre.
Il suo amministratore Marcone acquista un terzo del castello; l’altro terzo è acquistato da Sole, mentre la restante parte è acquistata, da Egidio Guerriero (lato sud).
Attraverso una permuta di proprietà con i Sole la famiglia Marcone, diventa proprietaria di
tutta l’altra metà dell’immobile (lato nord).
L’unico erede di Marcone è Clarice che nel 1851 sposa il Signore Gennaro Donnaperna, marchese di Colobraro.
Tale costruzione passa così in mano dei Donnaperna che all’inizio del ‘900 la donano all’opera nazionale del Mezzogiorno.
l complesso presenta la caratteristica tipologia a corte interna chiusa.
La struttura portante del fabbricato è quella tipica in muratura ordinaria, eseguita con conci in pietrame e malta di calce.
Sono significative le strutture ad arco di forma circolare realizzati in mattoni; particolare attenzione va rivolta all’androne d’ingresso, attraverso il quale si accede al cortile interno, che ha subito nei secoli dei cambiamenti.
Qui sono state identificate tre cisterne concatenate: due sono state recuperate come magazzini, l’altra è stata murata.
Sempre osservando bene il cortile, dal portone di entrata del castello verso il prospetto est, ci si accorge di un arco murato e di un canalone (oggi adibito a fioriera) che costituiva scolo per le acque; sicuramente il palazzo era ad archi sino a che non venne diviso con i Donnaperna e l’atrio doveva essere tutto in pendenza verso l’angolo est.
I solai sovrastanti l’androne sono realizzati, una parte con travi in legno e assito in tavolato, mentre una seconda parte è realizzata con volta composta a crociera, in muratura ordinaria, impostata su due murature perimetrali e su due strutture ad arco.
Il portone d’ingresso è realizzato con mattoni in rilievo rispetto al prospetto dell’edificio e termina con struttura ad arco semi circolare su cui è scolpito lo stemma della famiglia Pignatelli.
La copertura, a falde inclinate, è realizzata con materiali di tipo tradizionale, cioè coppe, tegole o canali in laterizio.
I solai interni all’edificio sono realizzati parte in legno e parte con strutture a volta.
La facciata dell’edificio, e in particolare alcuni portali d’ingresso e alcuni vani di finestre, presentano strutture ad arco in mattoni del tipo circolare a tutto sesto e del tipo ellittico a sesto ribassato.
I davanzali delle finestre, in rilievo rispetto alle pareti dell’edificio, sono realizzati in mattoni.
Gli infissi originari sono in legno massello e presentano una tipica lavorazione artigianale.
Al lato sud della costruzione e in particolare su due colonne murarie, si notano due sculture in pietra che raffigurano teste di leone.
Al di sopra di alcuni vani, porte e balconi, sono evidenti strutture in rilievo rispetto alla muratura dell’edificio che presentano una lavorazione a capitello.
Nel 1838, sul prospetto che affaccia su via Cairoli il possessore Guerriero fece aggiungere l’attuale terrazza, il frantoio nonché la scalinata con il portone di accesso alla costruzione; nell’interno del cortile ugualmente è stato ricavato un altro accesso con alcuni gradini.
Alcune parti di strutture murarie che probabilmente si collegavano con altri corpi di fabbrica, sono stati demoliti; inoltre vani di porte e finestre, che originariamente presentavano strutture ad arco, sono state modificati con strutture più semplici di forma
rettangolare: ciò risulta evidente osservando tali aperture.
Si notano all’esterno rifacimenti parziali di intonaci ed è evidente la sostituzione di infissi realizzati con materiali attuali: alluminio e ferro.
Sui davanzali di alcune finestre sono state messe in opera lastre di marmo.
Internamente nell’edificio sono stati realizzati ammodernamenti parziali: sostituzioni o riparazioni di solai, intonaci, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi e realizzazione di impianti tecnologici.
La costruzione in possesso dell’opera nazionale del mezzogiorno è affiancata da un giardino la cui area nel passato era occupata dalla chiesa della trinità, abbattuta nel 1884 perché pericolante; sempre nel giardino di questa chiesa è rimasta una cappella anch’essa in stato di abbandono.